Archivi del mese: gennaio 2012

L’apporto del Cinema alla comprensione della città

Video Motivazioni della Laurea Honoris Causa in PTUA a Francesco Rosi presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, realizzato nell’ottobre 2004. A cura di Andrea Fiorista, Laboratorio CineMaCittà, dipartimento SAT

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L’apporto della Pittura alla comprensione della città

Umberto Boccioni (1882 – 1916), "La città che sale",1910, olio su tela, 199.3 x 301 cm, The Museum of Modern Art, New York

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La città visionaria nel cinema di Fritz Lang

Metropolis, Regia di Fritz Lang, con Gustav Fröhlich, Brigitte Helm, Alfred Abel, Rudolf Klein-Rogge, Fritz Rasp, Theodor Loos, Erwin Biswanger, Heinrich George, Olaf Storm, Hanns Leo Reich. Fantastico, b/n, durata 90’ min. Germania 1927

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Alcuni posters di “Le mani sulla città”

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Per meglio comprendere la “dimensione culturale” dell’Urbanistica

Itinerari Mediterranei
Ovvero: Leggiamo i Classici per appartenere alla Modernità

Basta il sapere tecnico a urbanisti, paesaggisti, architetti e ingegneri, mai rapiti da descrizioni di paesaggi e città ben diverse dalle loro analisi, come Vi ravviso o luoghi ameni, o Sola, abbandonata, in questo popoloso deserto che appellano Parigi, o anche O tu Palermo, terra adorata e Addio fiorito asil dell’opera italiana, da Bellini a Verdi a Puccini? Comprende l’atmosfera dello stretto fra Reggio e Messina chi ignora Antonello e il San Francesco da Paola cammina sulle acque di Liszt, non conosce il rapporto con la natura nella musica di Vivaldi e nel paesaggismo veneto, né il romanticismo di Weber e Wagner col suo “senso della natura”? Si può capire la città moderna senza i suoni inseriti da Gershwin in Rhapsody in Blue e An American in Paris, o ignorando La città morta di Korngold, il jazz e le dissonanze del “secolo breve”?
Può chi si occupa di Urbanistica, e di tutto ciò che circonda la disciplina, ignorare il rapporto cinema città, può non aver mai visto Metropolis, né Mani sulla Città, o recarsi a New York senza ricercare i luoghi del cinema di Woody Allen o addirittura ignorare il così detto “Teatro Urbano”, dal dramma attico del quinto secolo a.C. a Brecht?
È giusto e possibile progettare uno spazio urbano senza avere ben presente le città medievali di Giotto e Fra’ Angelico, la quattrocentesca Città ideale di Piero della Francesca, gli spazi rinascimentali della Consegna delle chiavi a Pietro del Perugino, o dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, la Venezia del Canaletto, ignorando Sant’Elia e La città che sale di Boccioni, o le descrizioni letterarie di città, dalla “Gerusalemme Celeste” dell’Apocalisse alla letteratura contemporanea, passando per Boccaccio?

L’incipit del film Leone d’Oro alla XXIV Mostra Internazionale del Cinema di Venezia
Le mani sulla città, film del 1963 diretto da Francesco Rosi, con Rod Steiger (Eduardo Nottola), Salvo Randone (De Angeli), Guido Alberti (Maglione), Carlo Fermariello (De Vita), Angelo D’Alessandro (Balsamo), Dany París (Dany).
«I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce»

PER VEDERE TUTTO IL FILM, CLICKA QUI

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L’apporto della Musica “a programma”: Franz Liszt, “San Francesco da Paola cammina sulle acque” (1862)

Lise de la Salle al pianoforte, Franz Liszt, “St François de Paule marchant sur les flots”

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L’apporto della Musica orchestrale “a programma”: Vivaldi, i concerti delle Quattro Stagioni (1725) / “L’Inverno”

“Le Quattro Stagioni” è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”. Ognuno dei quattro concerti è accompagnato da un Sonetto. “Le stagioni” uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725.
L’audio è stato registrato nella “Wiedemann Recital Hall” della Wichita State University da John Harrison, Violino / Robert Turizziani, Direttore  / Wichita State University Chamber Players in data 6 febbraio 2000 (da Wikipedia).

Inverno
L’Inverno è un concerto in Fa minore per archi. Il concerto era stato concepito da Vivaldi perché fosse eseguito in chiesa, tant’è che i toni pastorali costringevano l’orchestra a suonare quasi in sordina, quasi a non voler disturbare i fedeli in preghiera. L’Inverno viene descritto in tre momenti: l’azione spietata del vento gelido (allegro), il secondo movimento, tra i più celebri delle quattro stagioni, della pioggia che cade lenta sul terreno ghiacciato (adagio) e la serena accettazione del rigido clima invernale (allegro).

Sonetto
Allegro [fai click per ascoltare]
Agghiacciato tremar tra nevi algenti
Al Severo Spirar d’ orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento;
E pel Soverchio gel batter i denti;

Adagio [fai click per ascoltare]
Passar al foco i dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento

Allegro [fai click per ascoltare]
Caminar Sopra il ghiaccio, e a passo lento
Per timor di cader girsene intenti;
Gir forte Sdruzziolar, cader a terra
Di nuovo ir Sopra ‘l giaccio e correr forte
Sin ch’ il giaccio si rompe, e si disserra;
Sentir uscir dalle ferrate porte
Scirocco, Borea, e tutti i Venti in guerra
Quest’ é ‘l verno, ma tal, che gioja apporte.

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L’apporto della Musica orchestrale “a programma”: Vivaldi, i concerti delle Quattro Stagioni (1725) / “L’Autunno”

“Le Quattro Stagioni” è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”. Ognuno dei quattro concerti è accompagnato da un Sonetto. “Le stagioni” uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725.
L’audio è stato registrato nella “Wiedemann Recital Hall” della Wichita State University da John Harrison, Violino / Robert Turizziani, Direttore  / Wichita State University Chamber Players in data 6 febbraio 2000 (da Wikipedia).

Autunno
L’Autunno è un concerto in Fa maggiore per violino, archi e clavicembalo. Vivaldi descrive la figura del dio romano Bacco: un’iniziale panoramica della vendemmia è seguita dell’ebbrezza provocata dal vino, movimento dal titolo “I dormienti ubriachi”, in un clima trasognato e sereno. L’ultimo movimento coincide con i martellanti ritmi della caccia.

Sonetto
Allegro [fai click per ascoltare]
Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor de Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere

Adagio molto [fai click per ascoltare]
Fa’ ch’ ogn’ uno tralasci e balli e canti
L’aria che temperata dà piacere,
E la Stagion ch’ invita tanti e tanti
D’ un dolcissimo Sonno al bel godere.

Allegro [fai click per ascoltare]
I cacciator alla nov’alba a caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De’ Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, ma oppressa muore.

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L’apporto della Musica orchestrale “a programma”: Vivaldi, i concerti delle Quattro Stagioni (1725) / “L’Estate”

“Le Quattro Stagioni” è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”. Ognuno dei quattro concerti è accompagnato da un Sonetto. “Le stagioni” uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725.
L’audio è stato registrato nella “Wiedemann Recital Hall” della Wichita State University da John Harrison, Violino / Robert Turizziani, Direttore  / Wichita State University Chamber Players in data 6 febbraio 2000 (da Wikipedia).

Estate
L’Estate è un concerto in Sol minore per violino, archi e clavicembalo. Il concerto per i suoi toni accesi e violenti riflette con maggiore efficacia rispetto agli altri la carica esplosiva della stagione. La tempesta viene descritta passo passo nella sua manifestazione al pastore: dapprima si avvicina da lontano nella calura estiva (allegro non molto – allegro), quindi il pastore che si spaventa per l’improvviso temporale (adagio presto) e infine la virulenza sprigionata dalla tempesta in azione (presto).

Sonetto
Allegro non molto – Allegro [fai click per ascoltare]
Sotto dura Staggion dal Sole accesa
Langue l’uom, langue ‘l gregge, ed arde il Pino;
Scioglie il Cucco la Voce, e tosto intesa
Canta la Tortorella e ‘l gardelino.
Zèfiro dolce Spira, ma contesa
Muove Bòrea improviso al Suo vicino;
E piange il Pastorel, perché sospesa
Teme fiera borasca, e ‘l suo destino;

Adagio e piano – Presto e forte [fai click per ascoltare]
Toglie alle membra lasse il Suo riposo
Il timore de’ Lampi, e tuoni fieri
E de mosche e moscon lo Stuol furioso.

Presto [fai click per ascoltare]
Ah, che purtroppo i suoi timor Son veri!
Tuona e fulmina il Ciel e grandinoso:
Tronca il capo alle Spiche ed a’ grani alteri.

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L’apporto della Musica orchestrale “a programma”: i concerti delle Quattro Stagioni (1725) / “La Primavera”

“Le Quattro Stagioni” è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”. Ognuno dei quattro concerti è accompagnato da un Sonetto. “Le stagioni” uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725.
L’audio è stato registrato nella “Wiedemann Recital Hall” della Wichita State University da John Harrison, Violino / Robert Turizziani, Direttore  / Wichita State University Chamber Players in data 6 febbraio 2000 (da Wikipedia).

Primavera
La “Primavera” è un concerto in Mi maggiore per violino, archi e clavicembalo. I tre movimenti di cui consta la Primavera descrivono tre momenti della stagione: il canto degli uccelli (allegro), il riposo del pastore con il suo cane (largo) e la danza finale (allegro). Il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole il latrato del suo fido cane mentre i restanti violini le foglie fruscianti.

Sonetto
Allegro [fai click per ascoltare]
Giunt’ è la Primavera e festosetti
La Salutan gl’ Augei con lieto canto,
E i fonti allo Spirar de’ Zeffiretti
Con dolce mormorio Scorrono intanto:
Vengon’ coprendo l’aer di nero amanto
E Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl’ Augelletti;
Tornan’ di nuovo al lor canoro incanto:

Largo [fai click per ascoltare]
E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorio di fronde e piante
Dorme ‘l Caprar col fido can’ à lato.

Allegro [fai click per ascoltare]
Di pastoral Zampogna al suon festante
Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato
Di primavera all’ apparir brillante.

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